Area archeologica Potentia
Nel 184 a.C. nella piana costiera del fiume Potenza di insediò un nucleo di cittadini romani veterani delle guerre puniche, a cui vennero assegnati campi da coltivare come ricompensa per il servizio militare svolto. Questi ex militari, inoltre, erano preparati per la costruzione di infrastrutture, ponti, strade ed edifici: così nasce la colonia romana di Potentia Picena. All’interno delle sue mura si trovava il foro, cioè l’area pubblica della città, circondato da un portico e negozi. Della città conosciamo - grazie agli scavi archeologici intrapresi dalla Soprintendenza Archeologica per le Marche a partire dal 1982 - l’area orientale, dove è stato riportato alla luce il podio di un tempio circondato su tre lati da un portico, a nord del quale erano non solo il macellum con le tabernae, ma anche abitazioni private. Il mercato doveva essere coperto e cinto da un portico colonnato su tre lati.
In particolare, è stata riportata alla luce una domus del I secolo, di cui conosciamo vari ambienti pavimentati in cocciopesto e a mosaico. Il pavimento decorato a mosaico in bianco e nero è attribuibile ad un tablinum e l’ambiente con canaletta di scolo e pozzo centrale di raccolta è riconducibile al peristylium. Alcuni ambienti della casa subirono variazioni di destinazione d’uso e vennero utilizzati come magazzini in età tarda.
Lungo il lato occidentale del tempio si allineano altre botteghe di età repubblicana, anch’esse utilizzate fino ad età tardoantica.
Potentia prosperò a lungo - nel V secolo d.C. divenne sede vescovile – e venne abitata fino al VII secolo. In seguito gli scontri fra Longobardi e Franchi ne determinarono l’abbandono.